Il 13 dicembre,festa di santa lucia,in sicilia ed a palermo in particolare si ha la tradizione di mangiare le arancine,tradizione che per la verità viene, dalle nostre parti, perpetuata 365 giorni l'anno ma che quel giorno particolare raggiunge il suo culmine......infatti il 13 dicembre a palermo vengono fritte e mangiate,non esagero, milioni di arancine....
Di questa delizia ho visto in giro tantissime ricette....ma nessuna è quella giusta..!! Sapete mantenere un segreto...? Oggi voglio svelarvelo io un segreto...Vi do la vera ...unica ..ricetta delle arancine ...fidatevi.....provate a farle e poi fatemi sapere......ma non ditelo a nessuno....specialmente ai rosticceri palermitani... Buon appetito..........
Panelle
Gli Arabi a cavallo tra il IX e l'XI secolo vollero sperimentare delle ricette con il cece, una pianta leguminosa originaria dell'Oriente. Macinandolo fino ad ottenere una farina, ricavarono per la prima volta le panelle che come abbiamo già detto sono diventate un pasto classico .della cucina da strada palermitana......
Pomodori ripieni fritti
Pani ca Meusa (panino con la milza)
Pomodori ripieni fritti
Il pomodoro è nativo della zona del Centro America, Sud America e della parte meridionale del Nord America, zona compresa oggi tra i paesi del Messico e Perù. Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl, il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte integrante della cucina azteca. Alcuni affermarono che il pomodoro aveva proprietà afrodisiache, sarebbe questo il motivo per cui i francesi anticamente lo definivano pomme d'amour, "pomo d'amore". Questa radice è presente anche in Italia: in certi paesi dell'interno della Sicilia, è indicato anche col nome di pùma-d'amùri (pomo dell'amore). Si dice che dopo la sua introduzione in Europa Sir Walter Raleigh avrebbe donato questa piantina carica dei suoi frutti alla Regina Elisabetta, battezzandola col nome di apples of love (pomo d'amore). La data del suo arrivo in Europa è il 1540 quando lo spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò gli esemplari; ma la sua coltivazione e diffusione attese fino alla seconda metà del XVII secolo. Arriva in Italia nel 1596 ma solo più tardi, trovando condizioni climatiche favorevoli nel sud del paese, si ha il viraggio del suo colore dall'originario e caratteristico colore oro, che diede appunto il nome alla pianta, all'attuale rosso, grazie a selezioni e innesti successivi.
Crocchè di patate,"Cazzille"
Nelle numerose friggitorie di Palermo,fisse, o per strada, è facile trovare le famose crocchè di patate, dette “Cazzille”, che possono essere consumate da sole oppure accompagnate dalle panelle.
Le cazzille possono sembrare molto semplici da realizzare, ma tra tutte le leccornie delle friggitorie palermitane, sono quelle che danno maggiori problemi, infatti, non contenendo uova o altri leganti nell’impasto, si aprono spesso in frittura, quindi, nella migliore ipotesi in cui la cazzilla non si disfaccia tutta nell’olio, otterremo una crocchè informe ed eccessivamente unta di olio.
Ecco quindi qualche trucco per migliorare la frittura, ed aumentare le probabilità di riuscita.
Crocchè di patate,"Cazzille"
Nelle numerose friggitorie di Palermo,fisse, o per strada, è facile trovare le famose crocchè di patate, dette “Cazzille”, che possono essere consumate da sole oppure accompagnate dalle panelle.
Le cazzille possono sembrare molto semplici da realizzare, ma tra tutte le leccornie delle friggitorie palermitane, sono quelle che danno maggiori problemi, infatti, non contenendo uova o altri leganti nell’impasto, si aprono spesso in frittura, quindi, nella migliore ipotesi in cui la cazzilla non si disfaccia tutta nell’olio, otterremo una crocchè informe ed eccessivamente unta di olio.
Ecco quindi qualche trucco per migliorare la frittura, ed aumentare le probabilità di riuscita.
Pani ca Meusa (panino con la milza)
L'origine di questo panino sembra risalire al medioevo, quando gli ebrei palermitani, impegnati nella macellazione della carne, non potendo percepire denaro per fede religiosa per il proprio lavoro, trattenevano come ricompensa le interiora che rivendevano come farcitura insieme a pane e formaggio. Cacciati da Ferdinando II di Aragona detto il cattolico, questa attività venne continuata dai caciottari palermitani. In realtà, il consumo di interiora, particolarmente diffuso a Palermo, è tipico di quelle comunità dove, al consumo di carne dovuto alla presenza di famiglie nobiliari, corrispondeva un utilizzo degli scarti della macellazione da parte del popolo. Il cibo pronto da strada è anche una tipicità araba. Si pensi al kebab......
Capunata ri milinciani
(caponata di melenzane)
L’origine del nome caponata, è incerta: secondo alcuni sarebbe una parola di derivazione catalana, ricetta che prevedeva tra gli ingredienti dei pesci, tra i quali il “pesce capone” e molluschi come il polpo, ed è successivamente entrata nella tradizione regionale come piatto povero con le verdure al posto del pesce; altra attinenza con la Spagna la troviamo con la parola “capon”, che era un biscotto consumato dai marinai spagnoli. Secondo altri il nome caponata discenderebbe dal termine marinaro “cappone”, cioè grosso paranco o dal termine latino cauponae, ovvero il nome delle taverne romane dove certamente questo piatto era sempre pronto per essere servito. Una cosa è certa: in antichità la caponata era molto diversa da quella che conosciamo oggi; infatti, fino al Seicento non si conosceva la melanzana, mentre il sedano, conosciuto fin dall'antichità, non veniva usato in cucina ma solo a scopo decorativo.
Capunata ri milinciani
(caponata di melenzane)
L’origine del nome caponata, è incerta: secondo alcuni sarebbe una parola di derivazione catalana, ricetta che prevedeva tra gli ingredienti dei pesci, tra i quali il “pesce capone” e molluschi come il polpo, ed è successivamente entrata nella tradizione regionale come piatto povero con le verdure al posto del pesce; altra attinenza con la Spagna la troviamo con la parola “capon”, che era un biscotto consumato dai marinai spagnoli. Secondo altri il nome caponata discenderebbe dal termine marinaro “cappone”, cioè grosso paranco o dal termine latino cauponae, ovvero il nome delle taverne romane dove certamente questo piatto era sempre pronto per essere servito. Una cosa è certa: in antichità la caponata era molto diversa da quella che conosciamo oggi; infatti, fino al Seicento non si conosceva la melanzana, mentre il sedano, conosciuto fin dall'antichità, non veniva usato in cucina ma solo a scopo decorativo.
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